Si è spento lo scorso 3 agosto in Francia, all'età di 98 anni, Rudolf Brazda, l'ultimo gay ancora in vita sopravvissuto alla deportazione nei campi di concentramento nazisti.
Nato in Germania nel 1913, Brazda venne più volte perseguito per il suo orientamento sessuale, dapprima venendo condannato alla prigionia, poi espulso in Cecoslovacchia ed infine inviato nel campo di concentramento di Buchenwald. Lì visse per tre anni, costretto ad indossare l'ormai tristemente noto triangolo rosa, il simbolo con cui i nazisti contrassegnavano gli omosessuali.
Si spegne, così l'ultimo testimone oculare di una delle pagine più buie della storia moderna. Si stima che in quel periodo siano state circa 10 mila le persone rinchiuse nei campi di sterminio a causa del proprio orientamento sessuale.
I funerali si terranno la prossima settimana e, seguendo il suo volere, il corpo sarà cremato e le ceneri verranno poste accanto a quelle di del suo compagno Edward Mayer, anch'esso deportato a Buchenwald insieme a lui e morto nel 2003.
Fonte: Gayburg
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