Mentre in Italia viene affossata la legge sull' Omofobia in Ghana si arrestano tutti i gay

Ghana: governatore ordina l'arresto di tutti i gay

Ghana: governatore ordina l'arresto di tutti i gay
Paul Evans Aidoo, governatore della Regione del Ghana Occidentale, ha dato mandato di procedere all'arresto di tutti i presunti gay presenti sul territorio posto sotto la sua autorità.
La Bureau of National Investigations, l'agenzia che si occupa del coordinamento delle forze dell'ordine. è stata anche autorizzata all'utilizzo di ogni mezzo possibile per procedere all'arresto di chi dovesse opporre resistenza. Nel frattempo i cittadini sono stati invitati a denunciare alle autorità ogni caso di sospetta omosessualità.
La motivazione dell'insensata decisione ha sfondo religioso e fa seguito ad una campagna d'odio condotta negli scorsi mesi dal Christian Council of Ghana. La comunità cristiana ha invitato tutti i fedeli a non votare per i politici che sostengono i diritti dei gay ed il loro leader, poco dopo l'entrata in vigore del provvedimento, ha spiegato la propria posizione dichiarando: «L'omosessualità è un abominio agli occhi di Dio e inoltre contribuisce ad aumentare il tasso di malattie sessuali. Non possiamo permetterci un prezzo così alto e distruggere il nostro futuro in nome dei diritti umani». (Fonte Gayburg)


E quasi in contemporanea in Italia si bocciava la legge contro l'omofobia

Come già avvenuto nel 2009, la Camera ha fermato l'iter della legge contro l'omofobia. Con 293 sì, 250 no e 21 astenuti sono state accolte le pregiudiziali di costituzionalità sul ddl presentate da Udc, Pdl e Lega.
«Oggi la maggior parte del Parlamento -ha dichiarato l'Onorevole Paola Concia subito dopo il voto- ha scelto di stare dalla parte dei violenti e non delle vittime delle violenze e delle discriminazioni».
Dal canto suo Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl della Camera, ha affermato: «Noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale». Un discorso che a livello teorico potrebbe risultare anche comprensibile, ma che poco sposa la realtà dei fatti: un eterosessuale non rischia di essere aggredito lungo la strada per il solo fatto di esistere e, se di uguaglianza di diritti si vuol parlare, qualcosa andrebbe fatto per permettere ad ogni cittadino di godere dello stesso livello di sicurezza indipendentemente da credo religioso, etnia ed orientamento sessuale.
Ma d'altra parte è difficile sperare che l'attuale maggioranza di governo possa avere la sensibilità necessaria per comprendere l'entità del problema, soprattutto se si considera che Amnesty International attribuisce proprio a loro parte della responsabilità della situazione odierna. Fra l'altro non ci si può dimenticare che fra gli aventi diritto al voto abbiamo personaggi come Borghezzio che, commentando la strage di Oslo, è arrivato a dichiarare: «Alcune delle idee espresse da Breivik, al netto della violenza, sono in qualche caso ottime [...] La difesa dell'Europa cristiana è sacrosanta». O, ancora, il giornale di proprietà del Presidente del Consiglio oggi si è scagliato contro le vittime di quell'attentato, definendoli "giovani incapaci di reagire" (e vorrei proprio vedere se in una situazione simile feltri sarebbe in grado di fare il super-eroe giustiziere come sostiene nel suo editoriale).
Una confusione su chi siano le vittime e chi i carnefici che non promette nulla di buono e l'immobilità davanti a problematiche reali del Paese sulla base di ideologie astratte (e, forse, anche qualche paura di perdere i voti di razzisti ed omofobi) non può che esserne la più scontata delle conseguenze (Fonte Gayburg)
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Questo Blog e sdegnato da quanto accade , e siamo solidali con tutte quelle donne e uomini che vivono questa indegnosa situazione.
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Nichi Vendola : un orecchino contro l'omofobia

"Oggi vale la pena pagare il prezzo della propria libertà piuttosto che soffrire due volte" con queste parole Nichi Vendola invita tutti i gay a lottare per quello che sono.
Il coraggio di Nichi Vendola , in questo inizio millennio esplode giustamente la diversità sessuale intesa da quella tradizionalmente imposta nei ultimi 20 secoli , quella eterosessuale io credo che bisogna abbandonare il mentirsi le donne e uomini  da sempre  anno molteplici  orientamenti sessuali , credo che sia il tempo che tutti quanti possono vivere alla luce del sole il loro orientamento naturale , e normale che un uomo e una donna si possano baciare su di una panchina, e normale deve diventare che anche due donne o due uomini possono altrettanto farlo, spazzare via questa ipocrisia dettata dalle religioni dominanti (Cristianesimo, ebraismo,islam che paradossalmente antagoniste sulla supremazia di essere i prescelti sono tutte unite contro l'omofobia).

Eppure nei tempi antichi questa era la normalità , in tutte le grandi civiltà antecedenti all'era cristiana l'orientamento sessuale non costituiva diversità era normalità.
Oggi dobbiamo remare in quella direzione , la libertà delle donne e degli uomini deve anche essere quella sessuale , pena la condanna di donne e uomini che non vivranno una vita serena , non ce nulla di male di coppie composte da due donne o due uomini , il male e stato creato da secoli di cultura cristiana , musulmana che sempre hanno insegnato malamente che l'uomo deve essere attratto inevitabilmente da una donna , quanto di più falso , e nella natura e nessuno potrà mai mutare una innegabile verità .
Non possiamo vivere in questo presente continuando a fingere o a tollerare la realtà , dobbiamo insegnare che la sessualità va vissuta con estrema naturalezza , perché siamo donne e uomini e sta noi insegnare hai nostri figli che questo e naturale e senza paure , perché essi avranno comunque la loro sessualità.
La sessualità che ognuno di noi a non può cambiare , quindi non abbiate paura d'insegnare hai vostri figli la verità. (rivcol)

Nichi Vendola ci mette la faccia. La mette in copertina su "GQ" indossando un orecchino, simbolo dei gay quando essere omosessuale era taciuto, e simbolo degli zingari, ispirandosi ai versi di Federico Garcìa Lorca: “Le forme più trasgressive e spettacolarizzate di esibizione dell’identità gay, normalmente, sfilano un giorno all’anno; le forme più pacchiane e spettacolarizzate di esibizione dell’identità etero, nella sua versione più maschilista e più machista e anche più greve, sfilano anche nei palazzi del potere tutti i giorni dell’anno”.


"Le forme più trasgressive e spettacolarizzate di esibizione dell'identità gay, normalmente, sfilano un giorno all'anno; le forme più pacchiane e spettacolarizzate di esibizione dell'identità etero, nella sua versione più maschilista e più machista e anche più greve, sfilano anche nei palazzi del potere tutti i giorni dell'anno". 

Fonte:Gayburg

















Cronache da basso impero del 27/07/2011

La  crisi  non  va  in  vacanza 
L’ultima settimana di luglio, con molte aziende ferme o in via di chiusura feriale, è di norma un periodo sonnacchioso. Non così quest’anno, con un presidio dei lavoratori Atap davanti alla Provincia attuato giovedì scorso e una mobilitazione unitaria contro la manovra economica del Governo dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil biellesi.
Spi, Fnp e Uilp hanno effettuato volantinaggi e raccolto firme sulle cartoline per il Fondo per le non autosufficienze a partire da lunedì, davanti all’ospedale, per  proseguire nel corso della settimana nei principali mercati sul territorio. I lavoratori Atap chiedono di ridiscutere con la Provincia le modalità dei tagli e i loro effetti sull’occupazione, con l’obiettivo di difendere al meglio un servizio che riguarda i soggetti più deboli del territorio e di trovare procedure che favoriscano il passaggio dal lavoro alla pensione, tutelando i lavoratori più giovani e attivando meccanismi temporanei di solidarietà e di sostegno al reddito.
La protesta dei pensionati intende cambiare i punti più iniqui della manovra che colpiscono anziani e cittadini su più versanti: l’indebolimento del meccanismo di rivalutazione delle pensioni, la riduzione delle  deduzioni fiscali, l’introduzione dei ticket sanitari, i tagli alla spesa locale che comporteranno la riduzione di servizi e prestazioni sociali.
Una miscela micidiale di provvedimenti destinata a ridurre pesantemente il potere d’acquisto delle pensioni e, in generale, delle famiglie a reddito fisso. Fino alla madre di tutte le ingiustizie: l’azzeramento dei fondi a sostegno dei non autosufficienti.
Una manovra, dunque, che scarica su una parte sola della società, sempre la stessa, i costi del risanamento economico. Questo il clima pesante che avvelena la pausa estiva e impegna il sindacato fino  agli ultimi giorni che precedono la pausa feriale.
Una pausa che, a partire dagli ultimi anni, sempre meno persone possono utilizzare per concedersi un viaggio e qualche giornata di vacanza.
L’augurio più sincero e onesto che ci sentiamo di dare in questo frangente ai nostri lettori e a quanti ci seguono è che la parentesi feriale serva, almeno, a ritemprare le forze, in vista di un autunno che sicuramente ci vedrà impegnati a difendere le nostre condizioni di vita e ad organizzarci per un futuro diverso da quello che qualcuno ci sta preparando.
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I RISCHI SUL PASSAGGIO MOBILITA’ PENSIONE
Va tolto il limite numerico sulla deroga della procedura
Negativo il limite numerico sulla deroga Molti rischiano un anno senza mobilità e senza pensione
Sono almeno 30 mila i lavoratori e le lavoratrici a rischio.
La Cgil denuncia infatti la grave situazione di incertezza, di disagio e di completa mancanza di qualsiasi tutela dei lavoratori in mobilità ordinaria e in mobilità lunga che, avendo maturato i requisiti per il diritto alla pensione, hanno presentato la domanda all’Inps con decorrenza 1° luglio, ma non hanno ancora nessuna risposta. Il passaggio dalla mobilità alla pensione doveva avvenire in base alle finestre di ottobre o del prossimo gennaio ma nessun lavoratore, a cui  scade la mobilità in corrispondenza, ha la certezza di poter accedere alla deroga rispetto alla nuova finestra mobile di un anno. Infatti la deroga è riferita a 10.000 lavoratori mentre da un monitoraggio effettuato dall’Inps il numero degli interessati è molto più alto e supera i 40 mila. Di conseguenza, al presente, non è dato sapere se verrà garantito un prolungamento della mobilità di un anno per tutti coloro che ne hanno la necessità. La Cgil, che aveva immediatamente  denunciato  ciò che poteva succedere in base a un provvedimento previsto solo per 10.000 lavoratori, chiede che la deroga venga ora applicata a tutti i soggetti interessati e che nella stessa rientrino anche gli accordi di mobilità stipulati fino  al 31 ottobre 2010.
Tale richiesta è stata avanzata peraltro insieme a tutte le parti sociali nel tavolo sulla crescità e sull’occupazione.
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Neanche il patrimonio artistico si salva dalla manovra 55 milioni di tagli ai beni culturali
Vanno oltre ai 55 milioni di euro i tagli che la manovra prevede per i beni culturali. In un Paese come l’Italia, dove la cultura e il patrimonio artistico rappresentano una  delle  “ricchezze”  più solide e un bene che attrae turismo e interessi internazionali, imporre nuovi tagli significa uccidere  il nostro futuro. Appare ancor più riprovevole che il Governo suggerisca per sopperire ai tagli l’utilizzo del 5 per mille,sottraendolo a quel mondo del volontariato che in questi anni, anziché integrare i servizi e l’assistenza sociale,
ha finito per colmare i vuoti di uno Stato che ha ridotto le sue funzioni sociali ai minimi termini.
In pratica si può e si deve colpire ovunque, pur di non toccare le caste privilegiate, la speculazione, l’evasione fiscale, le attività che navigano tra il sommerso e l’illegale, le tante corporazioni che vivono e prosperano all’ombra di privilegi più che consolidati.
Tutti quei gangli che, evidentemente, rappresentano la parte di società più vincolata alla maggioranza di Governo e ne costituiscono l’area elettorale più fedele.
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E chi non si ricorda il ritornello della premiata ditta Berlusconi & C. “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”?
Ma la colpa è nostra perché siamo tardi di comprendonio. Quello che intendevano fare, in realtà, era di non lasciarci neanche il tempo di infilare il portafoglio in saccoccia. L’ultima manovra di 45 miliardi, lievitata in poche settimane a 70, è un compendio di tutto quanto si può togliere dalle tasche dei cittadini, aumentando le tasse, tagliando prestazioni, bloccando contratti,

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Danno da esposizione e risarcimento  
L’avvocato Sergio Bonetto, che rappresenta oltre 300 delle circa 6 mila parti civili del maxiprocesso Eternit in corso a Torino, ha chiesto un risarcimento per il cosiddetto “danno da esposizione” all’amianto.
Qualora venisse riconosciuto, si tratterebbe di un precedente per l’ordinamento giudiziario nel nostro Paese. Il “danno da esposizione” infatti, è contemplato nell’ordinamento giudiziario di altri Stati, come per esempio la Francia, ma non in Italia.
‘’Si tratta di una cifra ha spiegato Bonetto di 10 mila euro l’anno per ognuno dei miei assistiti, tutti cittadini delle zone di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria), in cui si trovavano gli stabilimenti piemontesi della Eternit. Il tempo di esposizione si può  quantificare mediamente in 20 anni’’. La richiesta, quindi, è di circa 60 milioni per i soli clienti dell’avvocato Bonetto.
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Cumulo mobilità e lavoro
Con la circolare n. 67/2011 l’Inps ha risolto definitivamente il problema della compatibilità tra indennità di mobilità e lavoro autonomo e parasubordinato, stabilendo per la prima volta la possibilità di cumulo tra indennità di mobilità e lavoro autonomo o parasubordinato.
Il cumulo è possibile entro i limiti di reddito che escludono dall’imposizione fiscale e che consentono la permanenza nelle liste del Centro per l’impiego. Tali  limiti  sono  fissati  in  un tetto massimo di 8.000  euro per il lavoro parasubordinato   e  4.800 euro per il lavoro autonomo.
Nel caso in cui si effettuino entrambe le attività, il limite complessivo da prendere in considerazione sarà quello di 8.000 euro.
I redditi da lavoro autonomo o parasubordinato sono cumulabili con l’indennità di mobilità nella misura stabilita dall’articolo 9 comma 9 della legge 223/91, ovvero fino a concorrenza con la retribuzione spettante al lavoratore al momento in cui lo stesso è stato collocato in lista di mobilità
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Più di 65.000 gli sfratti emessi nel 2010
Sono oltre 65mila gli sfratti emessi nel 2010 e rappresentano il dato più alto degli ultimi 15 anni. Per la Cgil e il Sunia questi numeri rivelano “una emergenza nazionale, un problema che sta diventando esplosivo dal punto di vista sociale”.
Un altro segnale, in un settore sensibile come la casa, di impoverimento dei redditi e della crescita di fasce di popolazione che non riescono a sostenere le spese di pura sussistenza.
Cgil e Sunia hanno deciso di mettere in campo iniziative in tutta Italia per rivendicare lo spostamento della tassazione in alto e  ridare fiato alla spesa sociale, per aiutare i redditi più bassi e lo sviluppo a partire dal rilancio dell’edilizia sociale e dalla riforma del sistema degli affitti.









Cronache da basso impero

 Una manovra iniqua e sbagliata    
La manovra di Governo, passata in Parlamento a tempo di record, ha potuto godere di un percorso privilegiato solo in virtù del timore, più che fondato, di manovre speculative che ci avrebbero allontanato dall’Europa, rendendo ancora più precarie le possibilità di una ripresa economica del Paese. E così, con un atto di responsabilità generale, è stato accolto l’appello di Napolitano di consentire un percorso celere, riducendo il pericolo di una bolla speculativa.
Ciononostante la manovra appare sbagliata nei tempi e negativa nei contenuti. I 45 miliardi di euro iniziali sono arrivati a 70, ma la cifra, imponente, è in gran parte spalmata sul 2013 e sul 2014, vale a dire alla fine di questa legislatura. La scelta di allungare nel tempo il risanamento del deficit è chiaramente volta a non aggravare la condizione di impopolarità di un Governo uscito con le ossa rotte dagli ultimi appuntamenti elettorali; anche a rischio di perdere efficacia, come dimostra l’andamento in borsa e la ripresa di azioni speculative ripartite lunedì.
Peggio ancora per i contenuti: si colpiscono le pensioni sul terreno della rivalutazione e dell’allungamento dell’età pensionabile; si aumentano le tasse attraverso la riduzione di tutte le voci di detrazione fiscale; si abbatte ulteriormente la spesa sociale e si aggravano i costi di compartecipazione dei cittadini, prevedendo nuovi tagli alla sanità e reintroducendo i ticket sulle prestazioni; si riducono ulteriormente i finanziamenti a Comuni e Regioni compromettendone vieppiù le funzioni sociali. Infine si aumenta il valore
dell’Iva scaricandone i costi sui cittadini per effetto di aumenti che incideranno maggiormente su chi dispone di redditi più bassi. A fronte di queste misure destinate a impoverire i redditi da lavoro dipendente e da pensione, non c’è ombra di intervento sulle grandi ricchezze, sulle rendite e sulle operazioni finanziarie (a parte un contributo di solidarietà sulle pensioni più ricche). Nessuna riforma che snellisca i costi della politica e del suo funzionamento. Al solito, l’unico segnale di riduzione dei costi è venuto dalle strutture che fanno riferimento alla presidenza della Repubblica. Né è stata decisa la benchè minima razionalizzazione di qualche livello dell’amministrazione politica (vedi l’esempio delle province). Infine le liberalizzazioni degli ordini professionali hanno salvato le principali corporazioni. Un  governo dunque che non si limita a difendere le classi più ricche, ma mette al riparo da qualunque riforma e modernizzazione le varie caste che costituiscono, evidentemente, lo zoccolo elettorale più duro e fedele. Per questo insieme di ragioni la Cgil non condivide le scelte del Governo e sta avviando iniziative di mobilitazione in vista della ripresa autunnale, con il duplice obiettivo di spostare i pesi della manovra sulla rendita, sull’evasione e sull’ammodernamento della macchina politica e di ottenere scelte, oggi totalmente assenti, sul versante della ricerca, dell’innovazione, del lavoro e della crescita economica. Altrimenti rischiamo una manovra che mette insieme ingiustizia, inefficacia e depotenziamento economico del nostro Paese.
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Iniquità dietro lo scudo della manovra economica ,E adesso il Governo introduce i diritti del lavoro a pagamento Per avviare una causa di lavoro scatta una “tariffa” media di 225 euro

Questo Governo, che non tocca la rendita e le grandi ricchezze e fa pagare il contenimento del debito al lavoro dipendente e ai pensionati, non perde occasione nel marasma generale per affondare i diritti e indebolire le tutele dei lavoratori.
Nella manovra, sotto la voce “disposizioni per l’efficienza del  sistema  giudiziario”, è stata introdotta una norma che costringe il lavoratore a pagare una gabella per ogni causa di lavoro che decida di  avviare  per  difendersi. Il Governo ha disposto un “tariffario” che va da un minimo di 18,50 a un massimo di 733 euro per singola causa di  lavoro  e  previdenziale.
Per la maggior parte dei casi (cause per licenziamento, impugnazione dei termini, riconoscimento del rapporto di lavoro, mobbing e così via) la tariffa media che il lavoratore è chiamato a pagare per ottenere giustizia comporterà un costo di 225 euro, più altri 8 di bollo.Va così avanti la macchina che tende progressivamente a distruggere la legislazione del lavoro, attraverso una serie di provvedimenti avviati da Sacconi, un ministro da “macelleria sociale” che sta riportando indietro di 50 anni la lancetta dei diritti, rimettendo la Costituzione fuori dai luoghi di lavoro.
Questo disegno inequivocabilmente reazionario è iniziato  con  la  sottrazione di materie alla magistratura, affidandole a  commissioni arbitrali  e trasformando la certezza dei diritti in merce di scambio monetizzabile.
Si continua adesso con la decisione aberrante della giustizia sociale “a pagamento”. E’ più che evidente che un operaio licenziato, un precario con un rapporto di lavoro irregolare non è esattamente nelle disposizioni di pagare più di 200 euro, prima ancora di avviare un contenzioso di cui non conosce l’esito.
Al di là dell’entità del “pizzo”,  è l’idea in se stessa di stabilire un prezzo ai diritti che è eticamente ripugnante e offensiva per la coscienza civile del nostro Paese. Quella che si presenta è l’immagine di un Governo incapace di affrontare i nodi della crisi, della corruzione politica, delle illegalità diffuse, ma che manifesta un attivismo feroce e becero nei confronti dei settori più deboli e indifesi della società.
Non è un caso che l’ultimo direttivo della Cgil abbia dedicato uno  specifico or- dine  del  giorno a questo provvedimento, impegnando l’organizzazione ad una battaglia politica e sociale a tutto campo per ottenere il ritiro della norma, non escludendo il ricorso in sede costituzionale.
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Soggiorno per motivi familiari

La Corte d’appello di Roma ha riconosciuto il diritto di un cittadino tunisino alla carta di soggiorno per motivi familiari, nonostante fosse entrato illegalmente in Italia, in quanto regolarmente sposato con una cittadina dell’Unione Europea, nel caso specifico una donna rumena. “Ha pertanto il diritto afferma
la sentenza - di beneficiare della carta di soggiorno in quanto familiare di una cittadina dell’Unione  di cui lo stesso non ha la cittadinanza”.
Il decreto della Corte d’Appello recepisce il principio già sancito dalla Corte di Giustizia della Comunità europea (sentenza 25/7/2008), precedentemente disatteso sia dalla questura di Roma, sia dal giudice di primo grado. Questo principio sancisce infatti che ogni citta- dino di un paese terzo che si sposi con un altro appartenente all’Unione e che soggiorni in uno stato membro di cui non ha la  cittadinanza, gode in ogni caso delle disposizioni della Direttiva a  prescindere dal luogo e dalla data del loro matrimonio, oltre che dalla modalità con cui questo cittadino ha fatto ingresso nello Stato membro ospitante.









8 milioni di poveri nel 2010 in Italia


Allarme povertà in Italia nel 2010. Sono oltre 8 milioni (8 milioni 272 mila), pari al 13,8% dell'intera popolazione, le persone che si trovano in una condizione di povertà nel nostro paese, secondo quanto emerge dai dati diffusi oggi dall'ISTAT. Un quadro che permane drammatico se si considera la dimensione familiare, infatti l'Istituto nazionale di statistica rileva come, sempre nel 2010, sono 2 milioni e 734 mila le famiglie, l'11% di quelle residenti, che risultano in condizione di povertà relativa. L'Istituto spiega che si tratta di quelle famiglie che sono cadute al di sotto della linea di povertà relativa, che per un nucleo di due componenti è pari ad una spesa mensile di 992,46 euro. Altrettanto alto è il numero delle famiglie in condizioni di povertà assoluta, che ammontano a 1 milione e 156 mila, il 4,6% di quelle residenti, per un totale di 3 milioni e 129 mila persone (il 5,2% della popolazione residente). Si considerano assolutamente povere, fa sapere l'ISTAT, le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a quella minima necessaria per acquisire l'insieme di beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile, ossia si tratta dei “più poveri tra i poveri”.

Sono cifre che, secondo il Segretario Confederale della CGIL, Vera Lamonica “parlano direttamente al Governo” che, spiega “sta per approvare una manovra che colpisce ancora più duramente le fasce più deboli della popolazione e indebolisce sempre più la capacità di resistenza alla lunga crisi che le famiglie hanno messo in atto in questi anni”.
Uno sguardo alle famiglie numerose e al Mezzogiorno. Una famiglia numerosa su due nel Sud Italia è povera. Dal rapporto ISTAT emerge infatti che, nel 2010 la povertà relativa aumenta rispetto al 2009 tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9% al 29,9%), tra quelle con membri aggregati, ad esempio quelle dove c'è un anziano che vive con la famiglia del figlio (dal 18,2% al 23%), e di monogenitori (dall'11,8% al 14,1%). E nel caso delle famiglie con membri aggregati la condizione peggiora anche rispetto alla povertà assoluta (dal 6,6% al 10,4%). In particolare, fa notare l'Istituto, nel Mezzogiorno l'incidenza di povertà relativa cresce dal 36,7% del 2009 al 47,3% del 2010 tra le famiglie con tre o più figli minori. Quindi, quasi la metà di questi nuclei vive in povertà relativa.

A fronte di quest'ultimo dato, denuncia Lamonica, “la maggioranza sta approvando una legge che prevede dal 2013 il taglio delle agevolazioni fiscali per i figli a carico, per le rette degli asili nido e per tutte quelle spese che gravano sulle famiglie, in particolare quelle più numerose e meno abbienti. Occorre lottare - conclude - per cambiare questa ingiusta manovra”. 
(Cgil)


















Vuoi creare un link per Facebook e che sia anonimo e poi distribuirlo ? Niente di più facile oggi puoi con Link4FB , ti spieghiamo come fare

Oggi parliamo di un interessante servizio offerto gratuitamente dal sito Link4FB  che vi da la possibilità di creare Link per facebook , oramai quasi tutti frequentano il social-network al momento più diffuso del pianeta, e chi non ha mai condiviso un link , e chi non vorrebbe crearne certo , all'interno del social-network possiamo automamente crearlo ma ecco il pero se siamo noi a crearlo e firmato da il nostro profilo, e difficilmente questo sarà riutilizzato ed ecco la soluzione  Link4FB si fa in 4 per voi, dobbiamo solo collegarci a questo sito, avere una idea, l'immagine a corredo e con pochi clic ecco il nostro link pronto da condividere e ricondividere, e se non abbiamo l'idea giusta pazienza, possiamo egualmente sfruttare questa risorsa scorrazzando tra oltre 5000 link già realizzati da altri utenti del sito e utilizzarlo.

Roberto Calderoli , 3 ministeri a Monza entro il 23 Luglio , ministro per caso, mancato comico nella vita

Roberto Calderoli annuncia l'apertura a Monza, il 23 luglio, di tre ministeri, Riforme, Semplificazione ed Economia, e riaccende così una polemica che sembrava sopita dopo le parole che avevano infiammato il raduno di Pontida. In una festa, domenica sera in provincia di Varese, presente il leader Umberto Bossi, il ministro della Semplificazione ha lanciato la sua sfida: è tutto pronto e stavolta "non c'è Roma che tenga".
POLEMICA SURREALE "La polemica sul trasferimento dei ministeri al Nord ha dell'incredibile, del surreale", è la stroncatura che viene da Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera: secondo il parlamentare dipietrista la vicenda è "lo specchio dell'inconsistenza di questo governo e di questa maggioranza". Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, parla di "momento drammatico per l'economia del nostro Paese", in cui la maggioranza si dimostra, con queste polemiche, "sempre più inadeguata". Taglia corto il Pdci: il trasferimento dei ministeri al Nord "è la cartina di tornasole di questo governo che, incapace di pensare ai problemi veri degli italiani, continua a fare propaganda spicciola e vendere fumo per tenersi buoni gli elettori". "Sembra un appello disperato questo di Calderoli - dice infine Luigi Muro, del Fli - che vuole solo risollevare il morale della base leghista, oramai stanca dell'alleanza col Pdl".(IL Tempo)

Cronache da basso impero del cavaliere.

La manovra economica del Governo continua a lievitare e, secondo alcune stime, starebbe toccando i 68 miliardi di euro, senza peraltro spostare i due elementi negativi che la caratterizzano: la scelta di rimandare i provvedimenti pesanti alla futura maggioranza politica nel biennio 2013-2014; l’orientamento delle misure restrittive, di contenimento della spesa e di nuove fonti di prelievo sui ceti medio-bassi, sul lavoro dipendente e sui pensionati.
Il tutto all’interno di una manovra che, non vedendo
investimenti per lo sviluppo, il lavoro, la ricerca e l’innovazione, è destinata a peggiorare la condizione di stagnazione economica e ad allungare i tempi della ripresa  del nostro Paese.
Parte da queste valutazioni e preoccupazioni l’iniziativa della segretaria generale Camusso che, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera a Bonanni e Angeletti chiedendo loro di fissare una segreteria unitaria per verificare i punti di valutazione comune sulla manovra e le possibili iniziative da assumere.
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Gamberi afrodisiaci piccanti e speziati

Ingredienti
Per 2 persone

350 g di gamberi sgusciati
1 cucchiaio di olio di oliva
1 piccola cipolla
il gambo di un sedano
1 cucchiaio di farina
1 cucchiaio da tavola di polvere di curry
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
100 ml yoghurt greco
Procedimento

Fate soffriggere nell'olio la cipolla ed il sedano finemente tritati, aggiungi qualche mestolo di brodo e fate cuocere a fuoco basso fino a quando le verdure sono completamente cotte.
Aggiungete il curry, il concentrato di pomodoro, la farina e dell' altro brodo e continuate la cottura a fuoco basso per circa 20 minuti fino a quando la salsa non si sarà addensata. Filtrate la salsa versandola in una padella, aggiungete lo yoghurt e portate a bollore.
Infarinate leggermente i gamberi e fateli saltare a fuoco vivace per qualche minuto. Versateci sopra la salsa di curry e fate cuocere per qualche minuto ancora.

Armi di distrazione di massa

Questi signori negli ultimi anni , sono protagonisti nel nascondere le dure realtà che attanagliano questo paese , questi signori si sono spartiti il compito di distrarre l'opinione pubblica rendendo cosi più lontana la soluzione dei problemi
E allora perché non inondare l'informazione di false informazioni , confondendo l'Italiano che magari sta ancora bene e non riesce a capire tante volte , perché altri protestano o tentano di non affondare ?









Tutte le donne del presidentissimo , primo ministro di un Bel paese in piena recessione a parte i pochi, storia di potere ,televisioni, giustizia belle donne e storia di un popolo che ogni giorno scendeva sempre di più neese in piena recessione a parte i pochi, storia di potere ,televisioni, giustizia belle donne e di un popolo che ogni giorno scendeva sempre di più negli inferi ,cronaca con fotogli inferi ,cronaca con foto

Silvio Berlusconi non esiste, o quasi. È un'allucinazione mafiosa collettiva multimediale a opera delle reti televisive Mediaset. Gli scienziati del M.I.B. hanno infatti scoperto che se tutti gli italiani spegnessero contemporaneamente la televisione per una intera settimana, Silvio Berlusconi non esisterebbe più. Berlusconi è il primo Presidente del Consiglio in formato sedici nani. È noto ai più per aver fatto al nostro paese quel che non ha potuto fare a sua moglie e per essere il gemello malvagio del noto arcinemico di Goku, Pilaf. Tuttora, con il Governo Berlusconi IV è a un passo dal record di durata politica del precedente primatista italiano, tale Mussolini Benito, un altro a cui la parola "Costituzione" faceva venire la diarrea.

Berlusconi è famoso anche per aver stipulato il misterioso Lodo Lucifero con il diavolo, patto che alla sua tarda età gli ha permesso di vincere già 3 campagne elettorali.