Michele Isgrò: Dobbiamo impedire a questo cervello di pensare per vent’anni. Non ci sono riusciti. Adesso sono in milioni i cervelli che non pensano.

Il compagno di carcere a Palermo trovandosi davanti a Gramsci gli disse: Non può essere. Antonio Gramsci dev’essere un gigante, e non un uomo così piccolo.
La sua fama era già oltre l’immaginazione popolare.
Eppure il fascismo non riuscì a spegnere quel cervello anche se gli devastò il corpo.
Non ci riuscì il carcere, l’isolamento, le sofferenze e le sue lettere dal carcere, in quelle condizioni, furono e sono il più dell’inno alla vita ed all’amore.
Negli Usa lo studiano, in tutto il mondo lo leggono ed in occasione del 120° anno dalla sua nascita esce una nuova edizione delle Lettere dal carcere, scritte dal 1926 al 1937.
Un innocente in carcere per le sue idee, condannato a morte praticamente visto come sono andate le cose.
Oggi abbiamo un bandito che non vuole nemmeno farsi processare, non uno innocente, un delinquente recidivo e quello che non è riuscito a fare il fascismo con la ferocia ed il carcere è riuscito a farlo la televisione, la propaganda.
Ha spento ed impedito di pensare milioni di cervelli, almeno 15 milioni di cervelli che non vogliono vedere e tanto meno capire.
Per mettere in carcere Gramsci il fascismo si inventò ben sei reati: cospirazione, incitamento ai militari per disobbedienza alle leggi, offese al capo del governo, incitamento alla guerra civile, incitamento alla insurrezione e al mutamento violento della costituzione e della forma di governo ed infine incitamento all’odio di classe e alla disobbedienza alle leggi a mezzo stampa.
Ci volle una corte fascista per condannare un innocente, la magistratura politica che si occupava dei nemici politici.
Oggi abbiamo un capo del governo che questi reati li ha commessi davvero ed il parlamento sta votando una legge che lo salvi dalla giustizia.
Cospirazione: Berlusconi ha cospirato e cospira contro lo Stato da prima di entrare in politica, la tessera della P2 N° 1816 è lì a testimoniarlo.
Incitamento ai militari per disobbedienza alle leggi, ufficialmente questo reato Berlusconi non l’ha commesso.
Offese al capo del Governo: questo non l’ha commesso, il capo del governo è lui, ma non ha mancato di offendere più volte il Capo dello Stato, il Presidente della Repubblica.
Incitamento alla guerra civile: Berlusconi si limita a chiamare la piazza contro il nemico comunista, per adesso, ma moralmente è la stessa cosa.
Manca, totalmente, del rispetto per l’avversario.
Incitamento alla insurrezione e al mutamento violento della costituzione e della forma di governo: Berlusconi vive di questo, si alimenta tutti i giorni con il mutamento violento della Costituzione democratica nata dalla Resistenza.
Combatte ogni giorno contro la forma di governo e contro l’autonomia del Parlamento, l’indipendenza della Magistratura e dei poteri indipendenti.
Oltre che vilipendio è un autentico attacco alla Costituzione ed alla Democrazia.
Incitamento all’odio di classe e alla disobbedienza alle leggi a mezzo stampa: qui è il campione del mondo, inviti più volte ripetuti all’evasione fiscale, all’odio del nemico sempre descritto con disprezzo, comunista.
A mezzo stampa è addirittura riduttivo per quello che riesce a combinare il bandito che ci governa, non commento nemmeno.
Eppure oggi il nostro Parlamento è chiamato ad un voto anticostituzionale per garantirgli l’immunità o per provarci a garantirgli l’immunità.
Se avete voglia leggete Gramsci, potrete capire dove può arrivare la grandezza di un uomo, che io non sfioro neppure in milionesima parte.
Ma quel poco che so, che riesco a capire ed a pensare con la mia testa mi fa rendere conto quanto sia immondo, immorale, disonesto, falso, inumano quell’essere che la maggioranza degli italiani ha voluto a capo del governo.
Vent’anni di fascismo non hanno spento il cervello di Gramsci, vent’anni di berlusconismo ha spento il cervello a milioni di italiani e, cosa ancora più grave di cattolici.
Se ne deduce che chi è italiano e cattolico è doppiamente colpevole, recidivo.
Leghisti esclusi, quelli il cervello non l’hanno mai avuto.
Michele Isgrò era il pubblico ministero che chiese la condanna di Antonio Gramsci.
Fonte Di Tutto di più, Slasch16.
Fonte: http://www.nuovaresistenza.org/2011/04/05/michele-isgro-dobbiamo-impedire-a-questo-cervello-di-pensare-per-vent%E2%80%99anni-non-ci-sono-riusciti-adesso-sono-in-milioni-i-cervelli-che-non-pensano/





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