Cronache da basso impero del cavaliere.

La manovra economica del Governo continua a lievitare e, secondo alcune stime, starebbe toccando i 68 miliardi di euro, senza peraltro spostare i due elementi negativi che la caratterizzano: la scelta di rimandare i provvedimenti pesanti alla futura maggioranza politica nel biennio 2013-2014; l’orientamento delle misure restrittive, di contenimento della spesa e di nuove fonti di prelievo sui ceti medio-bassi, sul lavoro dipendente e sui pensionati.
Il tutto all’interno di una manovra che, non vedendo
investimenti per lo sviluppo, il lavoro, la ricerca e l’innovazione, è destinata a peggiorare la condizione di stagnazione economica e ad allungare i tempi della ripresa  del nostro Paese.
Parte da queste valutazioni e preoccupazioni l’iniziativa della segretaria generale Camusso che, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera a Bonanni e Angeletti chiedendo loro di fissare una segreteria unitaria per verificare i punti di valutazione comune sulla manovra e le possibili iniziative da assumere.
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Sarà più oneroso ricorrere contro l’Inps
Nelle maglie della manovra di Governo, l’art. 38 si occupa del contenzioso tra l’Inps e i suoi utenti. Da un lato lo fa positivamente stabilendo che tutte le cause pendenti nel primo grado di giudizio alla data del 31 dicembre 2010, qualora non sia intervenuta sentenza e comportino un valore che non supera i 500 euro, saranno liquidate riconoscendo il diritto del lavoratore.
Dal lato opposto, se chiude positivamente il passato prossimo, fissa un vero e proprio sbarramento per il futuro stabilendo procedure onerose per chi fa ricorso contro l’Inps. Elemento particolarmente pesante in materia di invalidità civile dove, il più delle volte, l’istituto nega la gravità di condizioni sanitarie che poi vengono riconosciute in tribunale.
Con le nuove norme, ad esempio, sulla materia di invalidità il ricorrente deve pagarsi il consulente tecnico di parte, quello d’ufficio e rivolgersi probabilmente a un ufficio legale.
L’Inca continuerà a prestare assistenza e tutele. Il nuovo articolato, comunque chiarisce ulteriormente che il Governo quando parla di lotta ai “falsi” invalidi intende in realtà ridurre indiscriminatamente e pesantemente il numero degli stessi.
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Rimborsi per la giustizia troppo lenta

La persona che ha subito un danno patrimoniale o non patrimoniale a causa dell’eccessiva durata di un processo può chiedere una “equa riparazione” allo Stato in base alla legge n. 89/2001, che porta il nome di “Pinto” dal senatore che a suo tempo la propose e riprende il principio affermato dall’art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ratificata  dall’Italia con la legge n. 845/55.
La domanda può essere proposta in presenza del procedimento oppure, a pena di decadenza, entro sei mesi dal momento in cui diventa  definitiva la decisione che conclude la causa.
E’ ritenuta “irragionevole” la durata superiore ai tre anni per il primo grado, ai due per l’Appello, a uno per la Cassazione. Il risarcimento liquidato è in media pari a mille euro per ogni anno di ritardo nella definizione della causa rispetto agli standard individuati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
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Berlusconi senza rete

Diventa sempre più  difficile per Silvio Berlusconi imporre le sue  leggi “ad personam”. Lungo il viale del suo tramonto politico il cavaliere è recentemente inciampato nel cadavere del provvedimento che doveva salvarlo dalla sentenza di rimborso megamiliardario per il lodo Mondadori.
Nessuno dei suoi sodali politici osa ancora attaccarlo apertamente ma è significativo il vuoto che gli si sta facendo attorno, a partire da questa leggina “ad aziendam”, di   cui nessuno vuole assumersi nè la paternità, né il concorso in... reato.
Ed è quasi patetico il tentativo, da bugiardo patologico qual’è il nostro, di voler convincere qualcuno che lui, con quelle tre righe che rimandavano il rimborso, non c’entra assolutamente nulla. Le leggi “ad personam” di Berlusconi sono come l’uovo nella partenogenesi che si sviluppa senza essere stato fecondato.
Ancora più patetica la tribuna scelta per queste esternazioni.
Berlusconi ha deciso di parlare dei suoi problemi legali e  finanziari (gli unici  che gli  interessino  e  gli  destino  la passione nel cuore) in occasione della presentazione del libro di Scilipoti.
Domenico Scilipoti, il responsabile per antonomasia, illustre uomo politico di Barcellona Pozzo di Gotto, destinato a passare alla storia come l’esponente più simbolico della fase agonica del basso impero del cavaliere.
Che finale infausto: dal ranch di Bush, dalle dacie di Putin e dalla tenda di Gheddafi a testa in giù,  fino  in fondo al pozzo delle agopunture di Scilipoti.









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