C’è stata in questi giorni una stucchevole gara nel trovare la scusa più infantile per giustificare l’assenza delle istituzioni cittadine e provinciali alle celebrazioni del 1 maggio.
Nel recente passato abbiamo assistito allo stesso teatrino per quanto riguarda il 25 aprile, per non parlare delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia. Qualcuno, strumentalmente, ha stigmatizzato la presenza di bandiere di partito a un corteo che si voleva istituzionale. Frottole: la bandiera politica stona se portata per provocare, per creare divisione o per visibilità sterile, mentre in una festa che per la sua natura celebra il lavoro, di ogni forma (così io la vivo e l'ho sempre vissuta), personalmente marcerei volentieri anche con chi non la pensa come me.
Quanto alla accusa fatta al 1 maggio di essere "festa di parte", devo quindi supporre che i cittadini e i lavoratori vicini a partiti non assimilabili alla tradizione della sinistra e del centrosinistra che nei decenni l’hanno celebrata erano “comunisti in incognito”? Ricordo solo io le simbologie quali “San Giuseppe Lavoratore”? I garofani bianchi accanto ai garofani rossi? Non furono forse figure quali Carlo Donat-Cattin e Gino Giugni (democristiano l’uno e socialista l’altro) a darci lo Statuto dei Lavoratori conciliando appartenenze e visioni differenti? Non sono state figure come il riformista di sinistra Massimo D’Antona e il riformista cattolico Marco Biagi a tentare (pur fra polemiche, strumentalizzazioni e difficoltà ancora irrisolte) di riformare il sistema del lavoro a prezzo della vita?
In corteo c'erano CGIL, CISL, UIL, ACLI, ANPI, CNA, diversi comitati civici, Libera, semplici cittadini, le bande comunali di Biella e di Cossato e anche alcuni partiti. E i gonfaloni di tre comuni biellesi, non necessariamente rappresentati dalle loro massime cariche. Perché sappiamo che un Sindaco e un Presidente della Provincia spesso debbono conciliare più di un impegno concomitante. Le Amministrazioni, che sono di tutti, no. 1 maggio e 25 aprile sono feste nazionali da decenni e se partecipassero anche altri, con spirito democratico, sarebbero ancor più unitarie. Invece c'è chi ha avuto buon gioco a giustificare la sua non partecipazione con la favoletta della partigianeria.
Non posso e non voglio credere che tra la folta schiera di consiglieri e assessori comunali e provinciali non ci fosse nessuno da poter inviare a rappresentare Biella, Cossato o la Provincia.
Infine, un approfondimento a parte merita la questione della contemporaneità con la tradizionale apertura dei cancelli ad Oropa unita alle celebrazioni della beatificazione di Giovanni Paolo II: è stata la scusa più ricorrente, quanto la più debole. Sono volate gratuite accuse da parte di farisei in versione moderna. È veramente "caritatevole" sostenere che la festa civile si debba inchinare sempre e comunque a quella religiosa? Da credente quale sono dico: ben vengano entrambe. Tendo la mano, quando altri erigono barriere. Un'amministrazione non deve fare preferenze, nè favoritismi: è laica per sua natura e non può essere altrimenti, a differenza del singolo. I padri Costituenti, di ogni credo religioso e politico, lo avevano capito.
Gli attuali amministratori non sembrano aver compreso questa lezione e sembrano voler giocare sulle divisioni piuttosto che costruire unità e concordia: anche per questo a Cossato, a Biella, in Provincia come in Italia, è necessario costruire l’alternativa. Il Partito Democratico è chiamato a costruirla su basi di condivisione, di unità, di integrazione fra diverse sensibilità.
Marco Barbierato
Segr. Circolo PD Cossato
Nel recente passato abbiamo assistito allo stesso teatrino per quanto riguarda il 25 aprile, per non parlare delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia. Qualcuno, strumentalmente, ha stigmatizzato la presenza di bandiere di partito a un corteo che si voleva istituzionale. Frottole: la bandiera politica stona se portata per provocare, per creare divisione o per visibilità sterile, mentre in una festa che per la sua natura celebra il lavoro, di ogni forma (così io la vivo e l'ho sempre vissuta), personalmente marcerei volentieri anche con chi non la pensa come me.
Quanto alla accusa fatta al 1 maggio di essere "festa di parte", devo quindi supporre che i cittadini e i lavoratori vicini a partiti non assimilabili alla tradizione della sinistra e del centrosinistra che nei decenni l’hanno celebrata erano “comunisti in incognito”? Ricordo solo io le simbologie quali “San Giuseppe Lavoratore”? I garofani bianchi accanto ai garofani rossi? Non furono forse figure quali Carlo Donat-Cattin e Gino Giugni (democristiano l’uno e socialista l’altro) a darci lo Statuto dei Lavoratori conciliando appartenenze e visioni differenti? Non sono state figure come il riformista di sinistra Massimo D’Antona e il riformista cattolico Marco Biagi a tentare (pur fra polemiche, strumentalizzazioni e difficoltà ancora irrisolte) di riformare il sistema del lavoro a prezzo della vita?
In corteo c'erano CGIL, CISL, UIL, ACLI, ANPI, CNA, diversi comitati civici, Libera, semplici cittadini, le bande comunali di Biella e di Cossato e anche alcuni partiti. E i gonfaloni di tre comuni biellesi, non necessariamente rappresentati dalle loro massime cariche. Perché sappiamo che un Sindaco e un Presidente della Provincia spesso debbono conciliare più di un impegno concomitante. Le Amministrazioni, che sono di tutti, no. 1 maggio e 25 aprile sono feste nazionali da decenni e se partecipassero anche altri, con spirito democratico, sarebbero ancor più unitarie. Invece c'è chi ha avuto buon gioco a giustificare la sua non partecipazione con la favoletta della partigianeria.
Non posso e non voglio credere che tra la folta schiera di consiglieri e assessori comunali e provinciali non ci fosse nessuno da poter inviare a rappresentare Biella, Cossato o la Provincia.
Infine, un approfondimento a parte merita la questione della contemporaneità con la tradizionale apertura dei cancelli ad Oropa unita alle celebrazioni della beatificazione di Giovanni Paolo II: è stata la scusa più ricorrente, quanto la più debole. Sono volate gratuite accuse da parte di farisei in versione moderna. È veramente "caritatevole" sostenere che la festa civile si debba inchinare sempre e comunque a quella religiosa? Da credente quale sono dico: ben vengano entrambe. Tendo la mano, quando altri erigono barriere. Un'amministrazione non deve fare preferenze, nè favoritismi: è laica per sua natura e non può essere altrimenti, a differenza del singolo. I padri Costituenti, di ogni credo religioso e politico, lo avevano capito.
Gli attuali amministratori non sembrano aver compreso questa lezione e sembrano voler giocare sulle divisioni piuttosto che costruire unità e concordia: anche per questo a Cossato, a Biella, in Provincia come in Italia, è necessario costruire l’alternativa. Il Partito Democratico è chiamato a costruirla su basi di condivisione, di unità, di integrazione fra diverse sensibilità.
Marco Barbierato
Segr. Circolo PD Cossato
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