Con l’affacciarsi di scadenze elettorali il Governo, puntualmente, ostenta ottimismo: fino all’ultimo, negando l’evidenza della crisi economica ed affermando che ne siamo già fuori.
Ci si dimentica che anche gli osservatori più benevoli verso il trend italiano affermano che alla ripresa di ordinativi, per ora, non fa seguito alcun dato di rilancio dell’occupazione.
I numeri reali superano le stesse indicazioni dell’Istat che si fonda- no sulle cifre ufficiali degli iscritti alle liste di disoccupazione. La Cgil nazionale, invece, si è studiata con attenzione i numeri forniti dall’Istat (Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2010), che restituiscono
una versione più realistica sull’andamento del nostro paese e su come ha pesantemente inciso la crisi, anche in termini di scarsa crescita economica e di crollo dei consumi. L’istituto di statistica ha infatti reso nota la cifra di un esercito di scoraggiati pari a 1,5 milioni di italiani che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano attiva- mente lavoro perché convinti di non trovarlo.
Questo numero andrebbe sommato ai 2,1 milioni di disoccupati ufficiali.
Infine c’è una rilevante platea di lavoratori in cassa integrazione a zero ore e con cassa in deroga che, formalmente, risultano nei numeri degli occupati ma praticamente, ad
esaurimento degli ammortizzatori sociali, andranno ad aumentare l’esercito dei senza lavoro.
Ecco allora che l’8,42% di disoccupati del 2010 diventa il 16,55% sommando i disoccupati non iscritti al collocamento e raggiunge quota 18,32% considerando quanti stanno esaurendo il sostegno al reddito senza avere prospettive di reimpiego.
Il problema dell’occupazione nel- la sua reale dimensione ci da una brutta posizione a livello europeo e resta lì a dimostrare le pesanti conseguenze di una politica del Governo che, in nome del contenimento delle spese, si limita ad attendere la ripresa senza alcun tipo di intervento attivo.
Cgil notizie
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